PolisPapin
è una giovane compagnia romana nata, con la collaborazione del Teatro Ygramul , da 3 talentuose attrici (non romane) :
Cinzia Antifona - attrice ed audiodescrittrice siciliana che ha già lavorato a molti spettacoli del Gruppo Ygramul e nella ricerca per AFFABULAZIONE
Valentina Greco - attrice salernitana parte fondante del Gruppo di ricerca Ygramul, compagna di Vania Castelfranchi e interprete di molte sue opere (GODOT, CANDIDU, TEMPEST, MONDO FIABA, ecc.)
Francesca Pica - attrice e musicista salernitana che ha già lavorato in molti spettacoli del Gruppo Ygramul e nella ricerca per CANDIDU
Questo terzetto di abili interpreti femminili è nato nel 2013 con l'idea di produrre i propri spettacoli ingaggiando di volta in volta professionisti diversi (registi, scenografi, trainer, ecc.) per mantenere una crescita ed uno stimolo sempre alti, lasciando al centro l'attenzione sull'autorialità interpretativa e sperimentarsi di volta in volta in forme estetiche e poetiche differenti.
Così è nato il gruppo, che aveva già collaborato in diverse piccole performances e laboratori legati alla realtà di Ygramul, e che ha ad oggi creato un bellissimo spettacolo (semifinalista al Roma Fringe Festival e vincitore del Premio del Pubblico - "INDUBITABILI CELESTI SEGNALI").
Il Gruppo ha seguito alcuni dei Laboratori di Teatro Ragazzi al Teatro Ygramul, ha realizzato differenti Reading e Performances per Ygramul, ma ha dato vita al suo primo Spettacolo di Compagnia con la profonda regia di Francesco Petti e le affascinanti opere d'arte/oggetti di scena di Domenico Latronico, in un testo rielaborato in maniera complessa e con un'ampia ricerca all'interno delle opere del Maestro napoletano Enzo Moscato.
SITO UFFICIALE delle Polis Papin
Studi Grafici per il LOGO di Compagnia (elaborati da Domenico Latronico)
alcune delle molte Performances create dalle attrici di PolisPapin per Ygramul
Quarta Opera delle Polis Papin
Tàlia si è addormentata
un'idea di Compagnia PolisPapin
tratto da" Lo cunto de li cunti" di Giambattista Basile
scritto da Francesco Petti
con Cinzia Antifona, Valentina Greco, Francesca Pica
musiche di Francesco Petti
"ninna nanna" testo Antonio Petti, musiche Melisma
foto di Dario Vegliante
scene e costumi di Domenico Latronico
aiuto scenografo Dario Vegliante
regia di Francesco Petti
La giovane Tàlia si punge un dito con una lisca di lino e cade addormentata. Il padre, credendola morta, per la disperazione l’abbandona; in tale stato e in totale solitudine resta nel suo palazzo per un certo tempo. Un giorno un Re, passando di lì, trova la giovane dormiente, giace con essa e poi va via. Dopo nove mesi Tàlia, con l’aiuto di due fate, dà alla luce un figlio ed una figlia, chiamati Sole e Luna, che succhiando il suo dito invece che il capezzolo ne estraggono la lisca e rompono l'incantesimo. Dopo un altro “certo tempo” il re torna al palazzo dove ritrova la principessa con i figli del loro amore. Ma la moglie del Re, venuta a conoscenza di questi fatti, ordina che i bimbi vengano cucinati e dati in pasto al marito, e poi che la stessa Tàlia venga uccisa. Ma il Re scopre l'infimo piano. La Regina viene condannata a morte e il Re, Tàlia, Sole e Luna vivranno per sempre felici e contenti. Tutta la vicenda è incorniciata dalla presenza di tre Sorelle, le Figlie del Tempo, che manovrano i meccanismi dei destini umani.
Sulla scena tre attrici, ma molti personaggi si susseguono dando vita ad un gioco di scambio continuo di ruoli. Un meccanismo da giostra, un espediente teatrale che cela però il compito più profondo della fiaba e del teatro: essere uno specchio per chi legge, ascolta, guarda. La giovane principessa, il re gagliardo, la regina decaduta, prima o poi tocca a tutti interpretare almeno uno di questi ruoli.
Lo spettacolo prende lo spunto da una delle versioni più antiche della fiaba a tutti nota come La Bella Addormentata: quella inclusa, con il titolo Sole, Luna e Tàlia, ne Lo cunto de li cunti overo lo trattenemiento de peccerille di Giambattista Basile, da cui riprende il clima barocco con sfumature da gothic novel. La fiaba è il racconto che per eccellenza spiega e indaga i passaggi della vita e come tale non può disdegnare d'essere a tratti crudele. Una fiaba quindi per adulti, ma che non dimentica mai di essere nata per i peccerille, di essere cioè anche un gioco. Al suo interno, in una atmosfera onirica, sospesa tra lo steampunk e Miyazaki, tra l’introspezione e la commedia surreale, si avvicendano figure misteriose, vicende fosche, storie d'amore; un susseguirsi fiabesco che attinge a piene mani da quell'immenso serbatoio che è Lo cunto, inestimabile tesoro di simboli arcaici e spesso oscuri, in cui ciò che appare in superficie è solo favola, ma ciò che vi si nasconde è inesorabilmente vita.
Legato allo spettacolo verrà pubblicato anche il Libretto Fotografico SCArTI PRIVATI
di Dario Vegliante e Francesco Petti dedicato alle Polis Papin ed allo spettacolo
QUESTO SPETTACOLO HA VINTO IL DOIT Festival 2018
Nell'Ottobre 2016 le PolisPapin costruiscono una Sperimentazione elegante e moderna, per un Festival di Corti di Teatro Sperimentale di Salerno :
Terza Opera delle Polis Papin
> COUNTDOWN
Splendido lavoro da attrici, con partiture fisiche e letture che coinvolgono e circondano il pubblico, sotto una meravigliosa scenografia di immagini proiettate in un virtuosismo di pittura ed animazione di Domenico Latronico
seconda opera delle Polis Papin :
"Maestre d’amore",
tratto da “Ars Amatoria” e
“Remedia” di Ovidio...
Drammaturgia di Compagnia PolisPapin
Allestimento scena Domenico Latronico Consulenza costumi Domenico Latronico e Cunegonda – la piccola costumeria
Foto di Dario Vegliante
“Godetevi la vita”.. All’insegna del più edonistico fra i moniti ha inizio l’opera di Publio Ovidio Nasone dedicata alle donne che tratta l’arte dell’amore. Consigli, precetti, formule, suggerimenti senza veli e senza veti che rivivono nelle parole delle attrici PolisPapin in una sorta di decalogo minimo e fondamentale sull’antica e mai abbastanza conosciuta ARS AMANDI. Un reading ironico, a tratti graffiante, volutamente ammiccante che spazia dalla saggezza di Ovidio, maestro sapiente, severo e inaspettatamente moderno ad altri spunti che non di rado attingono alla contemporaneità. Da ciò nasce una lettura che parla direttamente alle spettatrici senza escludere gli spettatori: gli uni e gli altri diventano i destinatari dichiarati di questo manuale indispensabile a tutti coloro che amano.
opera prima della Compagnia :
INDUBITABILI CELESTI SEGNALI
Lo spettacolo, tratto da "Festa al Celeste e nubile Santuario" e da diverse opere del Teatro di Enzo Moscato, scavato profondamente nell'opera del maestro napoletano.
"Siamo chiuse in questo basso da millenni. Elisabetta, Anna, Maria. Così ci hanno chiamato i nostri genitori, gente devota. Vergini per destino, partorienti per infusione, miracolate per forza. Cosa succede fuori dal nostro vicolo e dalla nostra parrocchia non lo sappiamo e non ci interessa. Quello che succede qui dentro invece lo sappiamo bene. Quello che succede qui dentro è malattia, morbo. Mutismo e cecità. E ognuna di noi vuole guarire a modo proprio. Perché noi siamo una comunità obbligatoria. Per questo io voglio fuggire, ma voglio pure trattenere le mie sorelle. Voi intanto ci guardate tranquilli da lì fuori. Noi ridiamo, urliamo, preghiamo, bestemmiamo, ricordiamo, cuciamo e scuciamo le nostre e le altrui vite. E ci avveleniamo l’esistenza. E poi c’è Salvatore. Il Salvatore. C’è. È scemo, ma esiste, lo giuro. Ed è per questo che io un giorno sarò libera. Da cosa e per cosa non so, ma sarò libera. Lo giuro."
In un tempo e in uno spazio ics che ha del vascio napoletano non la forma ma la condizione esistenziale, prigioniere tra oggetti imprigionati si muovono tre enigmatiche donne, emblemi di una femminilità a un tempo carnale e virginale. Un’indagine su un’assurda solitudine, sui rapporti asfittici fra tre sorelle che vivono una condizione ‘isterica’ della quale assumono su di sé le forme tipiche: mutismo, cecità e falsa gravidanza. Questa piccola tragedia quotidiana porta con sé aspetti grotteschi, ma anche un’antropologia, legata alla condizione della donna nella cultura magico-religiosa del popolo meridionale.
Lo spettatore viene proiettato in un territorio ibrido in cui coabitano vita, ricordo e sogno, passando dal noir, alla più pura commedia, all’astrazione fantastica.
una coproduzione PolisPapin - Teatro Ygramul - Cunegonda la piccola Costumeria
con Cinzia Antifona, Valentina Greco, Francesca Pica
Regia Francesco Petti
Scenografie e costumi Domenico Latronico
Sarto di scena Marco Serrau
Luci Franco Pescetti
Santini pubblicitari e Programma di Sala che accompagnano lo Spettacolo
Lo spettacolo ha già replicato :
> Salerno
(Teatro del Giullare - Ottobre 2014)
> Roma
(Teatro Ygramul - Novembre 2014)
> Ronciglione (VT)
(Teatro Ettore Petrolini - Marzo 2015)
> Roma (Teatro Tor di Nona - Marzo 2015)
> Roma (Roma Fringe Festival - Giugno 2015)
CARTELLINA STAMPA :
Recensione di "INDUBITABILI CELESTI SEGNALI" uscita sul numero 13 di Periodico Italiano
Foto di Scena e Locandine delle andate in scena
Nel Luglio del 2015 partecipano al Concorso di CORTI Teatrali al Teatro LoSpazio di Roma